Alex e la vita
- Cassius
- 12 mar 2021
- Tempo di lettura: 3 min
ho ricevuto questo articolo, da Mull of Kintyre. Pubblico con grande piacere per la profondità e l'importanza dei temi trattati. Grazie Mull!!!
Quando l’esempio dato è maestro di vita
Dopo un fine settimana di avvicendamenti tra vincitori e sconfitti delle votazioni federali, cantonali e comunali, l’inizio della settimana sembra dare tregua come la conclusione di una giornata decisiva di un qualsiasi campionato di calcio (o di curling, se preferite). L’ascia di guerra è stata già sotterrata e allo stesso tempo ci apprestiamo ad affilare di nascosto la sciabola che verrà utilizzata in occasione di una qualsiasi prossima scaramuccia quotidiana.
Un famoso cantautore italiano citava nel verso di una sua canzone
“…resta solo l'urlo solito gridato, tentare e agire, ma si pianga solo un po' perché è un peccato, e si rida poi sul come andrà a finire…”
Sembra quasi che l’autore illustri una riflessione sul modo di affrontare gli eventi che ci capitano più o meno ogni giorno, proponendo un atteggiamento inconsueto nei confronti di situazioni che di riflesso vengono affrontate sempre allo stesso modo.
No, non inorridite! Non ho nessunissima intenzione di proporre qualche alternativa olistica o filosofia di pensiero orientaleggiante che potrebbe trascinarci in un turbinìo di riflessioni sulla domanda “chi sono e dove vado”. Se non ricordo male, lo spunto per un “tema da blog” me lo ha offerto una discussione senza importanza avuta con un mio ex collega di lavoro; dalle profonde elucubrazioni poste in antitesi a considerazioni da bettola, la mia mente ha ritenuto il nome “Alex Zanardi”.
Sì, cavolo! Proprio lui. Mi sono reso conto che sono passati quasi 8 mesi dal suo terribile incidente (l’ennesimo) che lo ha portato ancora una volta a lambire “la scala verso il paradiso”; questo rapido flashback mi ha poi stimolato a fare una rapida ricerca sugli ultimi sviluppi disponibili in rete, correlati all’ex pilota di F1 e pluricampione para-olimpionico. L’ultimo aggiornamento che ho trovato datava del 14 febbraio 2021 e in sostanza veniva posto l’accento sulla tendenza al miglioramento di questo grandissimo uomo e campione di vita (riacquisizione della vista, dell’udito e capacità di interazione col mondo esterno), capacità queste che non sono per niente date, se si considera l’insieme degli eventi negativi subìti da Alex.
Mi sono reso conto di quanto io fossi piccolo al suo confronto. Le mie beghe quotidiane sono improvvisamente diventate così futili e inutili come la frustrazione di un’adolescente 15enne straricca e viziata, solo perché il suo chihuahua oggi non l’ha degnata nemmeno di uno sguardo.
Sulla base di quanto riferito nella notizia, Alex sta facendo di tutto per rimettersi in pista (quella della vita, quella della tenacia e dell’Amore verso la stessa). Sembra proprio non accontentarsi di essere un buon marito, un magnifico padre e un eccezionale uomo.
Se tutti questi sforzi potessero - da una parte - essere tacciati da voci superficiali e orientate a un altro corollario di priorità del comun vivere, con fatti di cronaca di riempimento dei rotocalchi settimanali, va sottolineato che le motivazioni di quest’uomo vanno al di là di qualsiasi lagna alla quale, noi comuni mortali, siamo così affezionati tanto da dipingerne un quadretto fatto di “non-drammi” che ci stanno portando verso l’abisso dell’oblìo e dell’abbandono.
Mi viene spontaneo domandarmi allora perché si scelga questa autoflagellazione con una fascetta di filo da cucito, nella pretesa che le rivendicazioni che sbandieriamo quotidianamente ai quattro venti diano lo spaccato di un modo di vivere che è senza ombra di dubbio cambiato radicalmente e forse anche peggiorato, ma che al confronto della sofferenza vera, nuda e cruda, che stanno come il “frignare” di un bambino spocchioso e capriccioso al quale si nega un gelato preteso dopo il pranzo che non ha voluto ingurgitare.
Toc, toc! Entro in punta di piedi in questo accogliente forum e i riscontri su questa riflessione mi hanno lusingato, non tanto a causa del mio inoppugnabile quanto cronico narcisismo, bensì per la loro profondità. Io sono una persona un po' schiva, non ben definibile nella sua complessità. Cassius mi conosce da qualche anno ormai e sa che per me l'affacciarmi "alla finestra" della pubblica via, costituisce una sfida con non pochi problemi. Volevo comunque ringraziarvi per il vostro amabile riscontro e spero di poter "interagire" ancora con voi tutti (mi sono sciroppato (quasi) tutti commenti vertenti verso i temi più disparati) e se posso accodarmi alla percezione di un utente del quale ora non ricordo il nome, questo forum…
Uno spunto interessante, che mi riporta in continuazione verso la stessa domanda, ma io svizzero, sano, amato, che amo, cosa ho da lamentarmi quando il mondo soffre, quando la gente soffre, di fame, di stenti, di malattie e di guerra. Che valore hanno le nostre interminabili discussioni, contrasti, visioni, se alla fine non ci ricordiamo che siamo qui, nella parte privilegiata, la parte comoda. Tutto il teatrino politico, dove ognuno pretende di avere le soluzioni migliori, quelle che la mia scelta è meno peggio della tua, ha un di essere da orticello, con un muro al suo perimetro. È solo un gioco per spartirsi un filare. Quando le vere sofferenze, del umanità, o del singolo, come Zanardi in questo tu…
Fàilte di nuovo Mull of Kinture. Credo non vi sia molto da aggiungere. Grazie per il pensiero, che condivido, e per l'idea data al nostro Cassius.
P.S. quel cantautore guarda sempre lontano 😉
Wow!!! Concordo in tutto e per tutto!! Non riesco nemmeno ad aggiungere qualcosa perché è perfetto così com'è il tuo pensiero!!