Dopo un anno di “terrorismo” Covid 19 e “update vari”, in questo ultimo periodo ho deciso di prendermi una piccola pausa.
L’intenzione era di staccare da numeri e statistiche per un po’ ma, purtroppo, non ci sono riuscita molto bene. Me lo sarei dovuta aspettare.
A questo punto credo però sia meglio informarvi sul tema scelto:
«Per una Svizzera senza pesticidi sintetici»
L’iniziativa si prefigge di vietare i pesticidi sintetici in Svizzera. Il divieto concernerebbe l’agricoltura, la produzione e la trasformazione di derrate alimentari, la cura di aree verdi pubbliche e di giardini privati, nonché la protezione di infrastrutture quali i binari ferroviari. Non sarebbe inoltre consentita l’importazione dall’estero di derrate alimentari contenenti pesticidi sintetici o per la cui produzione sono stati utilizzati tali pesticidi. Il divieto dovrebbe essere integralmente in vigore entro dieci anni dall’accettazione dell’iniziativa. Fino a quel momento il Consiglio federale avrebbe la facoltà di autorizzare eccezioni per far fronte a una grave minaccia per l’agricoltura, la popolazione o la natura, ad esempio in una situazione di penuria straordinaria.
Avevo letto la prima volta il testo un paio d’anni fa. Titolo molto accattivante ma non riuscivo a farmi un idea sul contenuto. E, visto che come tutti sarò chiamata a scegliere, ho deciso di approfondire. Non sono sicura che sia stata una buona idea 😉.
Seguendo quel coté masochista che mi tormenta da sempre mi sono dapprima immersa nella lettura di (quasi) tutte le prese di posizione dei membri del nostro Parlamento. Interessanti ma, molto spesso, troppo di parte. Da un lato c’è chi parla di “Lobby agricola”, chi di difficoltà di approvvigionamento, aumento di prezzi e importazioni, chi vorrebbe un controprogetto e tanti bla, bla. Una concentrazione discorsi e sproloqui su produzione e trasformazione di alimenti.
Ma come mai il testo parla anche di giardini privati, aree verdi pubbliche e infrastrutture?
Anche perché in base alle statistiche (https://www.blw.admin.ch/blw/it/home/services/medienmitteilungen.msg-id-80866.html) negli ultimi 10 anni il consumo di prodotti non biologici in agricoltura è diminuito di circa il 40% e l’obiettivo è in ogni caso di ridurre ulteriormente.
Anche la ferrovia parrebbe avere dei buoni propositi (https://www.rsi.ch/news/svizzera/Basta-glifosato-sui-binari-11921447.html).
A questo punto ho capito di essermi persa la base del discorso e mi sono posta la fatidica domanda: Cosa significa pesticida? E qui Wiki mi è stata di grande aiuto: acaricida (contro acari e altri aracnidi); battericida (contro i batteri); fungicida o anticrittogamico (contro malattie e/o alterazioni da funghi); diserbante o erbicida (contro le malerbe o vegetali infestanti); insetticida (contro insetti dannosi, quali afidi o cocciniglie); molluschicida (contro le lumache o altri molluschi); nematocida (contro i nematodi infestanti del terreno); rodenticida (contro topi e roditori dannosi); fitoregolatore (sostanze influenti i processi vitali dei vegetali quali il diradamento o l'allegagione); repellente; semiochimico; alghicida (contro le alghe); talpicida (contro le talpe); virucida (contro i virus);e altre categorie.
Tanta roba. E tra l’altro anche diversi prodotti ammessi nell’agricoltura biologica sono sintetici, come i sali di rame o altri fitosanitari biologici che contengono coadiuvanti e additivi che pure sono prodotti sinteticamente.
Domanda numero due: quanti ne uso?
Partendo dai più ovvi; il prodotto contro le formiche. Non lo uso volentieri ma quando decidono di fare processione in casa… Di metodi naturali ne ho provato diversi, a un certo punto ho messo anche 1 kg di zucchero all’esterno sperando di offrirgli un alternativa, ma non si accontentano facilmente… Ma va bene, al posto di metterlo all’esterno della porta sarà all’interno; per i topolini ho preso la micia, ma contro le pantegane è un po’ più dura e, quando me l’hanno ferita, ho preso il veleno per topi (poi ho scoperto che va bene anche la vitamina D ma non sono sicura che non sia di sintesi) quelli non aspetto che mi entrino in casa prima di reagire; poi ci sono le vespe e i calabroni, se trovo il nido davanti casa cerco fare qualcosa prima che qualcuno ci lasci la biotta. In piscina metto il cloro, non sono ancora riuscita a trovare un sostituto biologico (qua mi è venuta in mente la piscina pubblica… sarà area verde?)
In casa, anche se non viene contamplato dall’iniziativa, è un po’ diverso. Da alcuni anni acquisto, se disponibili, solo detersivi con marchio ecologico, ma anche qua non so se siano o meno sintetici. Ho scoperto che uno dei miei grandi alleati, il bicarbonato, non è così ecologico come potrebbe sembrare. C’è quello naturale che di solito viene importato dagli Stati Uniti oppure quello “prodotto” che necessita l’uso di agenti chimici (https://www.greenme.it/spiagge/caso-solvay-spiagge-bianche-report/). E pensare che avrei potuto continuare a chiedermi come mai da noi ospedalizzano così tanto…
Poi siamo nel 2021, e il primo prodotto a cui si pensa con pulizia è….. il disinfettante, quello con la A!
Ebbene si, anche lui è un pesticida! Ma tranquilli nelle economie private, chi vuole, potrà continuare ad usarla (non in giardino, ma non ci sarebbe comunque senso)! Tutt’altra storia per gli impianti di trasformazione alimentari, in pratica si potrà usarla per pulire praticamente tutto ma sarà off limits per caseifici, pastifici, panetterie, e quant’altro.
Lo stesso vale con i detersivi per bucato, piatti, candeggina, ecc… Se contengono anti-qualcosa o sono sintetici, a quanto pare, potranno essere usate solo nelle economie domestiche e in quei servizi che non lavorano alimenti.
Di statistiche sulla vendita di pesticidi per economie domestiche e servizi non alimentari non ne ho trovate, ma credo che basti guardare gli scaffali dei nostri supermercati.
Caspita, tema molto interessante, appena i due neuroni che mi rimangono si liberano dal virus, provo ad esprimermi.
Ho trovato il tuo articolo davvero interessante. Premetto di essere assolutamente ignorante in materia, ma del resto è ormai più di un anno che siamo diventati virologi, esperti in statistica, parlamentari, ecc, quindi nessuno si scandalizzerà se esprimerò la mia opinione a proposito dei pesticidi sintetici.
Ovviamente nella produzione agricola uno dei problemi più urgenti sia di aumentare la rendita dei raccolti, ovviamente senza la chimica non è possibile oltre un modesto livello. Le superfici coltivate diminuiscono, la pressione sui costi aumenta, come la pressioe sui prezzi... Non capisco perché dobbiamo sempre fare i primi della classe?
In Svizzera l'unico effetto che si ottiene è dare un ulteriore vantaggio sul prezzo ai concorrenti esteri.
Capisco però sia impellente la necessità…
Prima della conclusione mi serviva un attimino di pausa e la metto nei commenti perché volevo essere, o almeno sembrare, un pochino neutra. Quello che non capisco in tutte queste iniziative (oggi ne ho considerata solo una) è come mai questo accanimento quasi sempre solo contro la produzione alimentare. Nessuno nega che in passato, complice l’ignoranza, ci sia stato un abuso di queste sostanze ma, e questo vale anche per gli antibiotici, l’agricoltura ha ridotto di molto se non addirittura dimezzato l’utilizzo. Quando invece, negli altri settori, si è fatto poco o niente. Perché sono sempre gli stessi a pagare e a dover fare sacrifici. Per lavare posso anche usare il sapone di Marsiglia ma vorrei continuare a mangiare locale confidando…